L'epoca in cui cominciarono a vedersi i primi cambiamenti nei termini di follia, infatti iniziarono in questo periodo i primi studi della follia che portarono alla considerazione di tale come una patologia della mente e del comportamento che solo attraverso le competenze mediche poteva essere diagnosticata e curata. Nasce da qui la necessita di creare una branca specialistica della medicina in grado di studiare, prevenire, diagnosticare e curare il disturbo psichico: la Psichiatria.
Alla nascita di questo vero e proprio "sapere" sui disturbi mentali si accompagnò anche la creazione di luoghi specifici per l'internamento delle persone che ne erano affette:i manicomi.
I MANICOMI
Manicomio: dal greco manía "pazzia", e koméo "curare". Sinonimo di Ospedale Psichiatrico,
Si trattava di un'istituzione che dietro l'apparente finalità terapeutica, rinchiudeva e segregava i malati mentali, separandoli dagli altri e affidandoli al controllo non più dell'autorità giudiziaria, ma della scienza. Il primo manicomio fu fondato dal medico francese P.Pinel nel 1793, liberando i folli dalle prigioni in base al principio che il malato di mente non può essere equiparato al delinquente.
Essere classificati come malati di mente era un requisito necessario per essere ammessi in un ospedale psichiatrico. Il medico specializzato veniva chiamato solo dopo che l'individuo era stato etichettato come pazzo o il comportamento era diventato problematico a livello sociale. Il ricovero quasi sempre deciso da altri, è obbligatorio e spesso dura fino alla morte, in quanto non esistono soluzioni alternative. Il criterio per l'internamento non è la malattia mentale ma la pericolosità o "il pubblico scandalo" ed è quindi evidente che la funzione di questa istituzione è solo in minima parte di "cura".
Inoltre, nei manicomi, non venivano rinchiusi soltanto persone affette da disturbi mentali ma anche disabili gravi e gravissimi, disadatti sociali, emarginati, alcolisti e omosessuali.
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