L'ANTIPSICHIATRIA
Negli anni Sessanta, all'interno della stessa tradizione psichiatrica, nasce un nuovo movimento: l'antipsichiatria che rappresentava una vera e propria critica alla medicalizzazione della malattia mentale e aveva come fine quello di rivedere le tradizionali forme di trattamento dei pazienti psichici e proporre nuovi approcci e soluzioni innovative.
Gli esponenti principali di questo movimento furono lo scozzese Ronald Laing e il sudafricano David Cooper, e fu ispirato dal saggio dello psichiatra statunitense Thomas Szasz: "Il mito della malattia mentale", in cui la psichiatria viene descritta come un semplice sistema di controllo sociale, che ostacola la reale comprensione dei soggetti con disagio mentale.
In Italia l'impulso al cambiamento viene dato da un giovane medico: Franco Basaglia (non era un antipsichiatra) Il tradizionale rapporto che sosteneva con forza l'idea che il malato mentale internato, estromesso cioè dalla propria vita relazionale e sociale, finisce sempre per perdere la propria dignità di essere umano.
FRANCO BASAGLIA
Franco Basaglia nasce a Venezia l'11 Marzo 1924. Egli ha conseguito all'Università di Padova la laurea in medicina e successivamente la specializzazione in psichiatria. Nello stesso anno della sua specializzazione (1953) sposa Franca Ongaro, che gli darà due figli e sarà coautrice con il marito di alcune opere sulla psichiatria.
Nel 1958 ottiene la libera docenza in psichiatria.
Fu lui il promotore della Legge n 180 del 1978 (Legge Basaglia)
Franco Basaglia |
Nel 1961 Franco Basaglia prese possesso del manicomio di Gorizia e iniziò una politica di graduale liberazione dei malati di mente che fino a quel momento erano tenuti come in prigione. Infatti, la legge del 1904 prevede che l'ospedale psichiatrico (il manicomio) non sia una struttura di assistenza ma una struttura in grado di mantenere l'ordine pubblico attraverso la segregazione dei soggetti definiti "pericolosi". Gorizia divenne quindi un luogo di esperimento rivoluzionario: Basaglia, con l'aiuto di psichiatri, infermieri e intellettuali, attua infatti, per la prima volta, un modello che la psichiatria propone: quello inglese della comunità terapeutica.
Il tradizionale rapporto gerarchico tra medico e paziente viene scardinato, sono abolite le pratiche mediche più violenti, vengono organizzate assemblee tra malati e personale sanitario e vengono programmate gite, laboratori, incontri con parenti...
Nel 1971 si trova a dirigere un altro ospedale psichiatrico Trieste. Qui Basaglia non cerca solo di introdurre la forma di vita comunitaria sperimentata a Gorizia ma vuole arrivare ala chiusura definitiva del manicomio.
Basaglia annuncia nel Gennaio del 1977 che l'ospedale psichiatrico di Trieste sarà chiuso entro un anno. In verità ci volle più tempo perché la struttura aveva tenuto i pazienti che già stavano lì ma hanno soltanto iniziato a non accettare più nuovi pazienti (questo rappresenta un primo passo verso l'abolizione dei manicomi). Il manicomio di Trieste venne quindi chiuso definitivamente nel 1980.
Basaglia ha come obiettivo quello di obbligare la società ad accogliere il folle così organizza conferenze stampa, assemblee pubbliche, spettacoli; così facendo il medio prevedeva di dare al soggetto che soffre una risposta alternativa alla violenza utilizzata nei manicomi.
Nel 1968 Franco Basaglia era un simbolo importante, in questo stesso anno venne pubblicato il suo libro "L'istituzione negata" in cui scrive che le fabbriche, gli ospedali, le scuole e le università sono istituzioni in cui vi è un esercizio di potere, istituzioni che devono quindi essere rivoluzionate.
Nel 1971 si trova a dirigere un altro ospedale psichiatrico Trieste. Qui Basaglia non cerca solo di introdurre la forma di vita comunitaria sperimentata a Gorizia ma vuole arrivare ala chiusura definitiva del manicomio.
Basaglia annuncia nel Gennaio del 1977 che l'ospedale psichiatrico di Trieste sarà chiuso entro un anno. In verità ci volle più tempo perché la struttura aveva tenuto i pazienti che già stavano lì ma hanno soltanto iniziato a non accettare più nuovi pazienti (questo rappresenta un primo passo verso l'abolizione dei manicomi). Il manicomio di Trieste venne quindi chiuso definitivamente nel 1980.
Basaglia ha come obiettivo quello di obbligare la società ad accogliere il folle così organizza conferenze stampa, assemblee pubbliche, spettacoli; così facendo il medio prevedeva di dare al soggetto che soffre una risposta alternativa alla violenza utilizzata nei manicomi.
Nel 1968 Franco Basaglia era un simbolo importante, in questo stesso anno venne pubblicato il suo libro "L'istituzione negata" in cui scrive che le fabbriche, gli ospedali, le scuole e le università sono istituzioni in cui vi è un esercizio di potere, istituzioni che devono quindi essere rivoluzionate.